XXIII edizione 2024

I premiati hanno contribuito a portare l’isola all’attenzione nazionale e internazionale.

 

I PREMIATI NELL’EDIZIONE 2024

GIANLUIGI BACCHETTA. L’uomo che sussurra ai germogli. Laurea in Scienza della Vita, Master in Pianificazione del Paesaggio e Analisi della vegetazione, Dottorato in Geobotanica e in Biologia delle Piante. Direttore dell’Orto Botanico di Cagliari dal 2015 al 2023, attualmente è ordinario presso il Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari e docente presso l’Università di Teheran. Ha dato vita alla Banca del Germoplasma e al Centro di Conservazione della Biodiversità, che lavorano allo studio e alla conservazione dell’agrobiologia e della geobotanica delle isole del Mediterraneo. Ha favorito la miracolosa rinascita di un olivo millenario che sembrava morto, percorso dal terribile incendio di Santulussurgiu. Lui dice che è stato grazie alle terapie botaniche d’emergenza. In realtà, chissà che cosa gli ha sussurrato per convincerlo a risorgere.

ÉRIC CANTONA. Suo nonno, Salvatore Cantòna, era sardo: di Ozieri. La famiglia finì a Marsiglia, dove lui è nato e ha cominciato a mettersi in luce come attaccante nella squadra dell’Olympique. In Inghilterra ha vinto una Premier League con il Leeds e cinque di seguito con il Manchester United. Con la nazionale francese ha giocato 45 partite segnando venti reti. “King Eric” occupa la 24a posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista “World Soccer”. E Pelè lo ha inserito nella lista delle 100 leggende di tutti i tempi. Nato sotto il segno dei Gemelli, non gli è stato difficile passare dal calcio al cinema: ha recitato in numerosi film, con attrici del calibro di Cate Blanchett e di Monica Bellucci e sotto la regia di Ken Loach. Lui stesso si è distinto anche come regista.

SILVIA CAREDDU. Anche la Sardegna ha il suo flauto magico. Famiglia gallurese, si è diplomata prima al Conservatorio di Cagliari e poi, classificandosi al primo posto, al Conservatoire Supérieur di Parigi. Il trionfo nel Premier Grand Prix à l’unanimité e nel Prix du Public del prestigioso Concorso Internazionale di Ginevra le hanno spalancato le porte a una luminosa carriera. È stata la prima donna italiana a entrare a far parte dei Wiener Philharmoniker dell’Opera di Stato di Vienna. È stata inoltre per diversi anni primo flauto della Konzerthaus Orchester di Berlino e dei Wiener Symphoniker. È professore di flauto presso la Zürcher Hochschule di Zurigo, l’École Normale de Musique di Parigi e la Royal Academy di Londra. Viene regolarmente invitata come solista ai più importanti festival mondiali, dall’Austria all’Australia, dalla Spagna al Giappone. Attualmente è primo flauto dell’Orchestre National de France, a Parigi. Cosa le manca della Sardegna? Il mare e il vento della Maddalena, dove si rifugia ogni volta che può.

ENRICO FERRO. 35 anni, figlio d’arte di due illustri clinici cagliaritani. Laurea in Medicina a Cagliari e poi ad Harvard, baccalaureato in Biologia Molecolare a Yale, specializzazione in Cardiologia ed Elettrofisica ad Harvard, si è messo in luce tra l’altro per gli studi, condotti come consulente del Ministero della salute degli Stati Uniti, sugli effetti dei nuovi presidi cardiovascolari e sull’uso degli anticoagulanti di nuova generazione nel trattamento della fibrillazione atriale. Scienziato ma anche e soprattutto filantropo, ha lavorato a un progetto umanitario, promosso dal Rotary Club di Yale, di New Haven e di Cagliari, per la costruzione di un centro teso a promuovere l’emancipazione economica di una comunità rurale di Mumbai. Anche per questo ha ricevuto dal presidente Mattarella il titolo di cavaliere, onorificenza che straordinariamente viene riconosciuta a persone di età inferiore ai 35 anni.

ROBERTA FLORIS. Cagliaritana doc, studi classici, laurea in Giurisprudenza con una tesi sulla televisione di qualità. Dopo essersi classificata quarta al concorso di Miss Italia 1997, ha iniziato giovanissima come giornalista passando rapidamente, con una carriera tutta in ascesa, dagli esordi sull’emittente regionale Sardegna Uno fino all’approdo in Mediaset come conduttrice del TG4, poi di Studio Aperto a Italia Uno ed infine del TG5, diventando uno dei volti più noti ed amati dalla tv italiana. Nel 2016 ha ricevuto il Premio Pentapoli nella categoria “Giornalisti per la sostenibilità”, e nel 2021 il premio Fèminas nella categoria “Comunicazione”. “Il lavoro mi ha portato fuori dalla Sardegna – confessa – ma ci torno ogni volta che posso perché non solo a Cagliari ma in qualsiasi parte dell’isola mi sento davvero di casa e orgogliosamente sarda”.

MARTA MAGGETTI. Seguendo la passione del padre si iscrive al Windsurfing Club Cagliari e inizia da giovanissima ad accumulare un bagaglio impressionante di talento, di agonismo e di esperienza. Partecipa al Mondiale del 2017, nel 2021 arriva quarta – sfiorando d’un soffio il bronzo – alle Olimpiadi di Tokyo nella categoria RS:X. Quando sull’acqua non si plana più, ma si vola, con la nuova tavola olimpica IQ Foil nel 2023 conquista a Brest il titolo mondiale. E infine quest’anno, alle Olimpiadi di Parigi, conquista una più che meritata medaglia d’oro. Nella finale abbiamo sofferto a vederla arrancare in terza posizione dietro l’israeliana e la britannica. E abbiamo chiuso gli occhi, trepidanti, quando l’abbiamo vista allontanarsi paurosamente dalle due rivali e dalla fatidica A-Line. Quando li abbiamo riaperti, la Figlia del Vento de Su Poettu stava tagliando il traguardo con largo distacco sulle altre due. Capolavoro tattico. Lei sapeva che quella strambata l’avrebbe buttata dentro le braccia del suo amico maestrale.

MATTEO PORRU. Nato a Roma da padre sardo e madre veneziana, ha iniziato ad attirare l’attenzione dei media nazionali col primo romanzo, “The mission”, scritto quando aveva soltanto sedici anni. Poi sono venuti “Quando sarai grande”, “Madre ombra”, con cui ha vinto il premio Zingarelli, e nel 2019 “Talismani” con cui vince la sezione Giovani del Campiello. Repubblica lo inserisce tra gli Under 25 più promettenti al mondo. Nel 2023 esce “Il dolore crea l’inverno”, considerato il romanzo della maturità. L’edizione francese, “La douleur fait naître l’hiver”, ottiene il Grand Prix du Livre de Montagne. Di dolore lui se ne intende, da quando a soli tre anni gli fu diagnosticata una malattia rarissima, che vive comunque con atteggiamento più che positivo: “La vita mi ha dato tanto filo da torcere – dice – ma anche tanto da tessere”. E si consola con la passione viscerale per il volo, che pratica come pilota di ultraleggeri.

BASTIANO SANNA. Da Nuoro a Cambridge e da qui agli Stati Uniti. 50 anni, dirige a Boston il team scientifico della Vertex, una delle più grandi industrie farmaceutiche mondiali, che si occupa di terapie cellulari e genetiche, tra cui la cura genica della distrofia muscolare. Non nasconde l’ambizione di fare qualcosa per la sua terra d’origine, che vent’anni di vita tra Cincinnati, Boston, New York e il resto del mondo non sono riusciti a fargli dimenticare. È anche per questo che lavora con convinzione a temi come la talassemia e il diabete di tipo 1, di cui la Sardegna detiene la più alta incidenza al mondo. E, stando ai recenti test, una soluzione l’ha pure trovata.